calcio

martedì 21 gennaio 2014

Serie A: Udinese, i numeri di una crisi nera

L'Udinese, negli ultimi anni, ci aveva abituato a campionati esaltanti, giocati sembra nell'ombra, a fari spenti, ma conclusi sempre oltre le più rosee aspettative. Per due anni consecutivi, i friulani avevano tentato di raggiungere i gironi di Champions League, grazie a due magnifici piazzamenti (quarto e terzo posto), ma prima il blasonato Arsenal e poi il più abbordabile Sporting Braga avevano fatto naufragare le speranze europee dei bianconeri. Nonostante le delusioni, l'Udinese, anche nello scorso torneo, dopo qualche iniziale balbettio, era riuscita a riprendersi fino al quinto posto finale, inaspettato per come si era messa la stagione. Dopo l'ennesima eliminazione estiva, questa volta nel preliminare di Europa League contro lo Slovan Liberec, Udine, adesso, sta vivendo un incubo. Domenica all'ora di pranzo è arrivata la terza sconfitta consecutiva, l'ennesima in casa, contro una Lazio che sembrava ormai costretta alla sconfitta, ma che ha saputo ribaltare il doppio vantaggio friulano nonostante l'inferiorità numerica, fino al 3-2 finale di Hernanes in pieno recupero.

STESSA SQUADRA, RISULTATI DIVERSI- L'ottimo girone di ritorno della passata stagione aveva illuso la dirigenza bianconera che i giocatori in rosa potessero riconfermarsi ad alti livelli anche quest'anno. Di fatti, seguendo il precetto "squadra che vince non si cambia", l'Udinese non ha cambiato nulla ma i risultati non sono gli stessi. Di Natale non è più quello di una volta e ha già deciso di appendere gli scarpini al chiodo a fine stagione; Muriel è sempre più discontinuo e martoriato dagli infortuni; in difesa, Danilo e Domizzi non danno la stessa sicurezza, mentre in porta le insicurezze di Brkic (vedasi il 2-2 laziale) e di Kelava hanno regalato parecchi punti alle squadre avversarie. La politica di inserire alcuni giovani comprati a poco prezzo non sembra più dare i suoi frutti e la stessa filosofia di Guidolin non appare efficace come una volta.

IL "FRIULI" NON E' PIU' UNA ROCCAFORTE- La forza dell'Udinese nel passato campionato di Serie A stava nel fattore casalingo: al "Friuli", infatti, Di Natale e compagni avevano perso soltanto contro i campioni della Juventus, riuscendo a bloccare il Napoli e a mettere al tappeto Milan, Inter, Fiorentina e Roma. In questa stagione lo stadio, appena ristrutturato, sembra esser diventato terreno di conquista anche per formazioni medio-piccole. Se si aggiunge che, in trasferta, i friulani si sono affermati soltanto due volte, contro i modesti Sassuolo e Livorno, allora la situazione si fa tragica: quindicesima posizione con 20 punti in 20 giornate, a -9 rispetto alla passata stagione; 31 gol subiti a fronte dei 45 totali dello scorso torneo, (hanno fatto peggio solo le ultime quattro), solo 20 reti realizzati, a tre lunghezze dal terz'ultimo posto. Numeri impietosi per una formazione che, di questo passo, rischia realmente la retrocessione.

COPPA ITALIA: UN'OASI NEL DESERTO- La Coppa Italia rimane l'ultima ancora di salvataggio per la truppa di Guidolin, non soltanto per dare un senso alla, fin qui, deludente stagione ma anche per tentare una difficile qualificazione alle coppe europee dalla porta secondaria. La vittoria contro l'Inter, che di certo non è messa tanto meglio, aveva illuso i tifosi bianconeri, che speravano di essersi messi alle spalle una crisi che iniziava ad acuirsi. Si spera in una prova d'orgoglio contro il Milan di Seedorf in cerca di una identità, magari come punto di partenza anche per una repentina risalita in campionato.

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