calcio

mercoledì 12 marzo 2014

Milan: ma Allegri avrebbe fatto peggio di Seedorf?

La mia domanda è un po' provocatoria ma, al tempo stesso, anche naturale: l'avvicendamento sulla panchina milanista fra Massimiliano Allegri e Clarence Seedorf è stato, al netto dei risultati attuali ottenuti dal nuovo tecnico, utile o non è cambiato nulla? Era così necessario cambiare allenatore a stagione in corso o se ne poteva fare a meno? Il gioco è migliorato o è sempre uguale? Sarebbe sbagliatissimo condannare l'olandese dopo soltanto due mesi di lavoro, ma gli ultimi risultati del Diavolo, compresa l'umiliazione di Madrid di ieri sera, sottolineano come le colpe non erano tutte del tecnico toscano.

NON ESISTE UN GIOCO- Quello che più preoccupa nel vedere le partite del Milan è la totale assenza di un'idea organica di gioco su cui si possa costruire un futuro solido. Seedorf, in campionato, non si è finora comportato così troppo male: 13 punti in 8 gare non sono tantissimi ma neanche pochi. Tuttavia, se si fa un'analisi più approfondita, si nota che, molte volte, la Dea Bendata ha aiutato i rossoneri. Già nella gara d'esordio contro il Verona era servito un rigore per ingenuità di un difensore, e poi ancora contro Cagliari e Bologna il Milan si era affidato alle giocate dei singoli, su tutti Balotelli. Ma proprio quando uno di questi campioni si eclissa, come è accaduto contro l'Atletico all'iracondo Super Mario, allora ecco che tutti i nodi vengono al pettine. Ieri sera abbiamo assistito ad una gara fra una vera squadra e un manipoli di calciatori che si spaccia per squadra. In competizioni come la Champions League non basta la classe di un unico calciatore per avere la meglio sull'avversario, non basta una rete e vari spunti di Kakà, tra l'altro il migliore fra gli ospiti. Serve un regista che crei gioco, una difesa solida e una manovra corale che poche squadre in Italia possono vantarsi di avere.

4-2 E COSA?- Seedorf si era presentato a Milano con l'intenzione di creare una squadra spettacolare, in grado di divertire il proprio pubblico e non quello avversario. Il suo 4-2-3-1 di leonardiana memoria dovrebbe esaltare le caratteristiche del reparto offensivo, garantendo fantasia ed imprevedibilità. Se fossi nel tecnico olandese, mi concentrerei più sulla costruzione del gioco, perché se il pallone non arriva agli avanti rossoneri il potenziale spettacolo resta un'utopia. De Jong, Essien o Muntari sono degli ottimi interditori, bravi a spezzare il gioco ma non a crearlo. Non hanno i piedi così delicati da poter imbastire una manovra. L'unica squadra in Italia che è riuscita ad imporsi negli ultimi anni con questo modulo è stata l'Inter di Mourinho, che in quel ruolo poteva contare sul miglior Cambiasso. Montolivo potrebbe essere una soluzione ma già in passato ha deluso come regista. Sta di fatto che il Milan di Seedorf non è stato, finora, per nulla spettacolare o divertente.

ALLEGRI POTEVA RIMANERE?- Ma arriviamo al punto della questione: che cosa sarebbe successo se Allegri fosse rimasto? Non penso assolutamente che il Milan avrebbe avuto la meglio sull'Atletico nel doppio confronto, ma, secondo il mio umile parere, a Milano si sarebbe potuto fare qualcosa in più con l'allenatore toscano, che in passato ha dimostrato di capirci qualcosa contro il Barcellona, salvo poi naufragare spesso in Spagna. Allegri o no, sta di fatto che il problema vero non stava nell'allenatore. E' vero, Seedorf è un investimento per il futuro, ha carisma ed intelligenza, ma quello che va cambiato è, innanzitutto, la rosa. Premesso che l'olandese abbia un'idea di squadra e di gioco chiara in testa, non può imporsi sul campo con questi calciatori. Non lo potrà fare lui né tantomeno lo avrebbe potuto fare Allegri.

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