calcio

mercoledì 19 marzo 2014

Champions League: Mourinho ci sa ancora fare

La sfida più intrigante del martedì di Champions League era sicuramente (vista la prepotenza del Real Madrid contro i poveri tedeschi dello Schalke 04) quella fra Chelsea e Galatasaray. Un match dal fascino indiscutibile, in cui si intrecciavano le storie di vari protagonisti: da Drogba che tornava nella sua amata casa di"Stamford Bridge" a Sneijder che incrociava il suo vecchio mentore ai tempi dell'Inter Josè Mourinho. E proprio del portoghese vorrei parlare, indiscusso protagonista in Europa, con qualunque squadra che finora ha avuto il piacere di allenare.

MONOLOGO BLUES- La partita contro il Galatasaray era stata incanalata al meglio nella gara d'andata in Turchia, anche se l'1-1 finale, pur favorevole agli inglesi, era pur sempre un risultato rischioso. L'approccio dei Blues alla gara è stato eccezionale e la rete del redivivo Samuel Eto'o dopo quattro minuti lo dimostra. E la mano del tecnico di Setubal è ben visibile: difesa alta, manovra che privilegia l'uso degli esterni e verticalizzazioni che hanno messo in grossa difficoltà la retroguardia turca. Si fa addirittura fatica a ricordare una parata del portiere del Chelsea Cech. E con molta probabilità, a meno di un clamoroso ribaltone stasera del Manchester United, la squadra di Mourinho sarà l'unica rappresentante inglese nell'urna dei quarti di finale. La cabala, tuttavia, ride ai Blues e al suo allenatore: il portoghese, infatti, se riesce a superare l'ostacolo degli ottavi, arriva sempre in semifinale, visto che nella sua prestigiosa carriera da allenatore non si è mai fermato ai quarti.

PROTAGONISTA NEL BENE E NEL MALE- Se si parla di Champions League, il nome di Mourinho è già storia. Il portoghese, al pari di Happel, Hiztfeld ed Heynckes, è l'unico ad aver conquistato la prestigiosa coppa dalle grandi orecchie con due squadre diverse (Porto del 2004 e Inter nel 2010). In ogni partecipazione (tranne nella prima esperienza al Porto nel 2001), inoltre, è sempre riuscito a varcare la soglia del girone, fermandosi agli ottavi soltanto per due volte, contro Barcellona e Manchester United ai tempi in cui allenava, rispettivamente, Chelsea e Inter. Le uniche due finali disputate le ha vinte, mentre il cruccio dello Special One resta quello delle semifinali: per ben cinque volte, infatti, Mourinho non è riuscito a superare l'ultimo scoglio e, in molte occasioni, l'eliminazione è avvenuta non senza polemiche (basti pensare al gol fantasma di Raul Garcia del Liverpool alla prima esperienza al Chelsea o alla doppia sfida contro il Barcellona nel 2011 sulla panchina del Real Madrid). Quindi, sempre e comunque, sia da vinto che da vincitore, in Champions Mourinho resta un protagonista.

CHELSEA NON FAVORITO, MA...- Entrare nelle prime otto è già un successo per una squadra delusa dalla cocente eliminazione al girone di un anno fa dopo la vittoria del trofeo a Monaco nel 2012. Il Chelsea non è certamente la formazione favorita, dato che sia il Bayern Monaco, sia il Real Madrid, sia il Barcellona e (forse) il Psg sembrano un gradino superiore agli inglesi. Ma i londinesi non partivano avanti neppure nell'anno della cavalcata trionfale degli uomini di Di Matteo che, anzi, rischiavano di essere eliminati dal Napoli agli ottavi. E, sia con il Porto che con l'Inter, Mourinho ha sorpreso e scavalcato tutti nonostante sulla carta ci fossero formazioni meglio attrezzate. Resto dell'idea che un nuovo miracolo Blues sia molto difficile, ma quando in panchina c'è lo Special One, uno che in Champions ci sa fare, tutto diventa possibile.

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