calcio

lunedì 12 maggio 2014

Serie A: perché non nascono più bandiere come Zanetti?

Lo spunto per questo post deriva sicuramente da quanto visto sabato sera a "San Siro". Credo che per ogni tifoso interista, ma presumo anche per un semplice amante del calcio, l'addio al calcio di Javier Zanetti sia stato un brutto trauma, un colpo al cuore. Per i ragazzi della mia generazione il Capitano argentino rappresenta un punto di riferimento di correttezza e lealtà, così come lo sono stati Maldini, Del Piero e, a tratti, anche Totti. Ma se parliamo di pura fedeltà alla maglia, ai colori, il simbolo giallorosso rimane l'ultima bandiera nel nostro calcio. Ma mi chiedo allora, perché gente così non nasce più?

IL DIO DENARO HA PRESO IL SOPRAVVENTO- Il motivo per cui, fra qualche anno, quasi nessuna squadra, almeno in Italia, si potrà identificare con un solo giocatore è intuibile a tutti: a comandare nel calcio oramai sono i soldi. Contratti faraonici da parte di sceicchi e promesse di vittorie che a volte non si realizzano portano calciatori ad emigrare in altri luoghi, in cerca di quella gloria che difficilmente troveranno. Zlatan Ibrahimovic, ad esempio, è l'esatto opposto di quello che si può definire una bandiera: ha giocato e vinto con Ajax, Juventus, Inter, Barcellona e Milan, prima di essere stregato dai petrodollari del Psg. Ma, nonostante tutto, non è riuscito a sollevare quella Champions League che lo tormenta ormai da anni. Magari, se fosse rimasto qualche anno in più nella stessa squadra sarebbe riuscito a coronare il suo sogno. Basti pensare che l'Inter e il Barcellona hanno trionfato in Europa appena un anno dopo il suo addio. Ma, oltre all'attrazione economica e alla ricerca di nuovi stimoli, un giocatore abbandona facilmente dei colori per indossarne altri anche perché ad essi non ci si affeziona, mentre le bandiere che prima ho citato hanno sputato sangue per la maglia che portavano con onore.

AMORE PER LA MAGLIA, QUESTO SCONOSCIUTO- Amore per la maglia, ecco. Non credete che i vari Zanetti, Totti, Maldini e Del Piero non abbiano avuto offerte invitanti nel corso della loro carriera che li avrebbero portati lontani da quelle città che ora li ricordano come eroi. Il Capitano nerazzurro era corteggiato dal Real Madrid, che avrebbe fatto carte false per lui, mentre quello romanista era corteggiato da mezza Europa, consapevole che se avesse lasciato la Capitale magari avrebbe vinto anche il Pallone d'oro. Stesso discorso per Maldini, per anni uno dei migliori difensori del mondo, e Del Piero, che più che altro dalla Juventus è stato cacciato. Ciò che ha permesso a questi campioni di non partire è stato quell'amore per quei colori oramai cuciti addosso. E ora sono entrati nella leggenda: Totti, ad esempio, è secondo solo a Piola per numero di gol in Serie A; Maldini ha il record di presenze mentre Zanetti è il calciatore straniero con più apparizioni nel campionato italiano; Del Piero, invece, nella Juve ha segnato come nessuno mai. E loro stessi avevano avuto precedenti illustri: ricordiamo Facchetti, Bergomi, Scirea o Baresi, uomini che la domenica non scendevano in campo per il denaro, anzi: entravano sul terreno di gioco come se esso fosse lo scenario di una guerra che si ripeteva di settimana in settimana.

POCHE BANDIERE SIA IN ITALIA SIA IN EUROPA- E, invece, chi sono colori i quali possono essere considerati eredi di questi Capitani storici? Mi viene subito in mente il caso di De Rossi, da sempre considerato Capitan Futuro della Roma ma che in ogni sessione di mercato sembra vicino a lasciare la Capitale. Per la Juve, oltre a Buffon, che comunque fa parte della vecchia generazione, mi viene in mente l'esempio di Marchisio. Per le milanesi, invece, il vuoto. E se in Italia si accusa la penuria di bandiere, neanche all'estero se la passano meglio: in Inghilterra, Giggs si è appena ritirato e ancora in attività restano soltanto Lampard, Terry e Gerrard; in Spagna Messi e Ronaldo potrebbero essere considerati dei simboli di Barcellona e Real, ma reputo che offerte sostanziose possano fare vacillare il presunto amore per la maglia; in Francia e Germania, infine, dubito che esista il concetto stesso di bandiera. Emblematico che il Borussia Dortmund sia costretto a vedere, ogni anno, i suoi giocatori più rappresentativi passare dalla parte del nemico Bayern Monaco. Esempi del genere, nella Serie A di qualche decennio fa, non si sarebbero potuti vedere.

ilcalciofilo93.blogspot.com
Follow on Facebook/Il Calciofilo
Follow on Twitter/ilcalciofilo93

Nessun commento:

Posta un commento